FINANZA &MERCATI

 
 
 
Plus24 - Il settimanale di Finanza e Risparmio
 
HOME DEL DOSSIER
La posta del risparmiatore
Caro-Mutui
Banche e conti correnti
Previdenza
Risparmio e investimenti
Investimenti e inflazione
Fondi comuni
EURO-DOLLARO
Fondi pensione
FINANZA

Deluso dai fondi comuni «Sono strumenti superati?»

a cura di Marco Liera

Pagina: 1 2 di 2
commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
26 luglio 2008

«... PAGINA PRECEDENTE
La doppia natura fiscale dei pronti contro termine

Sono un pensionato di 68 anni
ex commerciante, con i risparmi effettuo piccoli investimenti. Ho chiesto al personale della banca, ma non ho avuto delucidazioni, riguardo la tassazione dei «Pronti contro Termine». Da alcuni anni effettuo queste operazioni e non mi è stata applicata alcuna ritenuta. Da gennaio 2007, per quattro operazioni, poiché il controvalore secco a termine risultava superiore quello a pronti, sulla differenza è stata applicata la ritenuta del 12,50%. Come avviene questa differenza (del controvalore a termine) a volte inferiore e a volte superiore? Se il controvalore a termine è superiore, quello a pronti genera una differenza tassabile, perché nel caso inverso non genera una minusvalenza? Perché questa tassazione non è compensabile con
minusvalenze derivanti da azioni, bond, titoli di Stato?
Gennaro Poverino (napoli)
-Sono definite «Pronti contro Termine» (P/T) quelle operazioni mediante le quali un soggetto vende "a pronti" una determinata quantità di titoli o valuta e contemporaneamente riacquista (o si impegna a riacquistare) "a termine" dalla medesima controparte un pari quantitativo di titoli o valuta della stessa specie a un prezzo prestabilito (e viceversa). Il contratto, sottolinea la società di consulenza indipendente Consultique, può assumere due diverse nature: e un'ottica di investimento il risparmiatore impiega la liquidità a disposizione acquistando da una banca (o intermediario finanziario) "a pronti" un certo importo di titoli o valuta, che la banca si impegna a riacquistare entro una certa data ravvicinata, da qui la definizione di "contro termine" e a un prezzo prefissato; r ottica di finanziamento è previsto l'utilizzo dei titoli per ottenere un prestito in denaro, in tal caso viene effettuata l'operazione inversa, è il risparmiatore (spesso imprenditore) che cede all'intermediario finanziario i suoi titoli o valuta con la promessa di riacquistarli. Generalmente l'orizzonte temporale di un contratto P/T è di uno o tre mesi fino a sei mesi e il rendimento dell'operazione è quindi determinato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita dei titoli sottostanti l'operazione. In molti casi in cui il P/T ha natura di finanziamento, sussiste un'operazione con obbligo di retrocessione in cui vi sono contestualmente due compravendite "a pronti" e "a termine". In tal caso particolare, ma molto comune da parte delle società bisognose di liquidità immediata, il venditore (istituto di credito) vende attività finanziarie a un prezzo "a pronti" con l'obbligo di riacquistarle a una certa data e prezzo "a termine"; specularmente l'acquirente (impresa) acquista attività finanziarie a un prezzo "a pronti" con l'impegno a rivenderle a una certa data e prezzo a termine. Questo prezzo "a termine" può risultare inferiore o superiore al prezzo "a pronti".
Nel caso esposto dal lettore il prezzo "a termine" risultava più basso del prezzo "a pronti" in quanto il lettore in qualità di acquirente si impegnava, al termine del contratto, a rivendere le attività precedentemente acquistate a un prezzo più basso rispetto al prezzo "a pronti". Questa differenza negativa non è quindi una minusvalenza, come mal interpretato dal lettore, bensì il costo dell'operazione di finanziamento. Esiste quindi una profonda differenza tra P/T con natura di investimento, il quale genera provento assimilabile a reddito di capitale e quindi tassabile, in base al regime fiscale vigente, con ritenuta d'imposta a titolo definitivo del 12,50%, e P/T con natura di finanziamento, il quale comporta un onere non rientrante nel regime di tassazione. Infine, essendo i proventi da P/T assimilati a redditi di capitale, questi non sono compensabili con eventuali minusvalenze derivanti da azioni, obbligazioni e titoli di Stato in quanto questi ultimi sono ricompresi dalla normativa tributaria italiana all'interno dei cosiddetti "redditi diversi".

Pagina: 1 2 di 2
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-